Categories: Cronaca

Problemi in carcere per Filippo Turetta: “Nessuno vuole stare in cella con lui”

La presenza di Filippo Turetta, il giovane detenuto responsabile dell’omicidio di Giulia Cecchettin, presso la casa circondariale di Montorio Veronese sta suscitando tensioni all’interno del carcere. Al momento, nessun detenuto sembra disposto a condividere la cella con Turetta, e ciò potrebbe complicare il suo spostamento dalla sesta sezione, dove è attualmente rinchiuso nell’infermeria, alla terza, la sezione più popolata.

Radio-carcere riporta che solo due detenuti sembrano disposti ad accogliere Turetta nella loro cella. Questa situazione rallenterebbe i tempi del suo trasferimento, poiché richiederebbe una serie di cambiamenti tra i detenuti e l’organizzazione delle sezioni.

Dopo l’Epifania, il sottosegretario Andrea Ostellari e il deputato Ciro Maschio, rispettivamente di Lega e Fratelli d’Italia, visiteranno il carcere per verificare di persona i problemi segnalati, compresi quelli esposti dall’associazione Sbarre di Zucchero. Quest’ultima ha recentemente evidenziato il tragico bilancio dei detenuti che si sono suicidati lo scorso anno, con un totale di 68 casi, secondo il dossier “Morire di carcere” di Ristretti Orizzonti. In particolare, è stato riportato un tentativo di suicidio, fortunatamente sventato dall’intervento tempestivo dei compagni di cella, presso il carcere di Montorio.

L’associazione Sbarre di Zucchero, che già aveva attirato l’attenzione sui problemi del carcere di Montorio, torna a parlare sottolineando il “differente trattamento detentivo” riservato a Filippo Turetta. Il giovane detenuto sembra godere di alcuni privilegi, come la possibilità di giocare alla PlayStation, mentre altri detenuti si trovano in condizioni di isolamento estremo.

L’associazione chiede di capire le ragioni di tali privilegi e sottolinea la necessità di “riqualificare le altre sezioni” del carcere, concentrandosi sulle opportunità lavorative, l’assistenza medica e le condizioni igienico-sanitarie. Giorgia Meloni, commentando la situazione, sottolinea la complessità della situazione carceraria e propone soluzioni come il rafforzamento del personale di polizia penitenziaria e l’ampliamento della capacità delle carceri, invece di ricorrere ad amnistie o indulti.

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Sergio De Napoli

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