Stupro 13enne a Catania: egiziani interrogati dopo l’arresto, uno di loro è scoppiato a piangere, ma nessun pentimento

Nel contesto dell’orrore causato dal recente stupro di gruppo a Catania, la fase giudiziaria prende forma con l’arresto di cinque sospettati. La vicenda ha visto uno dei presunti aggressori collaborare fornendo informazioni sul cosiddetto ‘branco’. Oggi, 5 febbraio, si è svolto l’interrogatorio di garanzia, momento cruciale nella procedura giudiziaria.

Quattro dei sospettati, tutti maggiorenni, sono stati accusati di aver violentato una ragazzina di 13 anni. L’interrogatorio si è tenuto di fronte al giudice per le indagini preliminari, Carlo Umberto Cannella. Nel corso della giornata, sono stati ascoltati anche i tre minorenni coinvolti nell’aggressione.

Un dettaglio significativo è emerso durante l’interrogatorio: uno dei quattro ragazzi egiziani arrestati è scoppiato a piangere. Tuttavia, fonti indicano che il giovane non ha mostrato segni di pentimento per la sua presunta partecipazione all’orrore. La sessione di domande e risposte si è svolta alla presenza del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e della pubblica ministero Anna Trinchillo.

Al momento, tutti gli indagati sono assistiti da avvocati d’ufficio.

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