Davide Nanni, oggi celebre chef e figura di spicco sui social media, ha avuto un inizio umile e faticoso nel mondo della ristorazione, come racconta nel suo libro “A Sentimento”. Tuttavia, sono gli estratti relativi alla sua esperienza da incubo presso il ristorante di Giorgio Locatelli a Londra a suscitare dibattito.
Nanni narra della sua accettazione entusiasta nell’ambito del ristorante di Locatelli, con la sua ragazza che lavorava anche lei lì. Presto però, la sua esperienza si trasforma in un incubo: viene sfruttato, umiliato e costretto a lunghi turni di lavoro estenuanti. Il sottochef diventa un tormento costante, umiliandolo pubblicamente e mettendolo sotto pressione continua. Nonostante il duro lavoro e la dedizione, Nanni si trova costantemente nell’occhio del ciclone, fino a subire persino violenza fisica quando il capo partita gli sferra un pugno che gli spacca il labbro.
La situazione diventa insostenibile e, dopo solo pochi mesi, Nanni prende la difficile decisione di licenziarsi e tornare in Italia, dimagrito e segnato profondamente dall’esperienza. La sua storia solleva interrogativi sulle condizioni di lavoro nel settore della ristorazione e sulla gestione delle brigate nelle cucine di prestigiosi ristoranti.
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