Il 20 gennaio 2018, Roberto Sabatini, 52 anni, è deceduto improvvisamente mentre correva in un parco nella zona della Garbatella. Solo due giorni prima, era stato dimesso dall’ospedale con una diagnosi di gastrite. I medici gli avevano raccomandato una visita gastroenterologica e test specifici per problemi gastrici, senza sospettare una predisposizione a malattie cardiovascolari ereditarie. Il dolore addominale che aveva avvertito era in realtà un sintomo di un infarto miocardico inferiore. Durante la corsa, Sabatini si è accasciato a terra e, nonostante l’intervento rapido dei soccorsi, è deceduto prima di arrivare all’ospedale Vannini di Torpignattara.
Un processo per omicidio colposo: le accuse al medico
Il medico che aveva in cura Sabatini è ora sotto processo per omicidio colposo, accusato di aver ignorato o sottovalutato i segnali di una cardiopatia ereditaria. L’autopsia, eseguita all’ospedale San Camillo, ha rivelato che Sabatini presentava sintomi tipici di una cardiopatia: ipertensione arteriosa, alta concentrazione di colesterolo nel sangue, un’ostruzione delle arterie superiore al 75% e ipertrofia ventricolare sinistra. Secondo il perito della procura, Giuseppe Marceca, Sabatini avrebbe potuto essere salvato se fosse stato mandato al pronto soccorso.
Il medico aveva prescritto esami come il Rast test e il Breath Test per rilevare il batterio Helicobacter pylori, senza considerare la storia familiare di cardiopatie di Sabatini.
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