Lo scorso 22 giugno a Peynier, vicino a Marsiglia, una bambina di 11 anni, rifugiata ucraina, è stata ferita a una gamba da un proiettile mentre passeggiava non lontano da casa. Il colpo è stato sparato da un agricoltore 60enne che stava cercando di spaventare una volpe per proteggere i suoi polli. L’uomo, che aveva bevuto del rosé e della birra, ha sparato con un fucile calibro 22 non dichiarato, ereditato dal padre.
Dopo l’incidente, l’agricoltore è accorso per aiutare la bambina, subito raggiunta anche dalla madre. In tribunale, l’uomo ha sostenuto di aver confuso la bambina con una volpe, ma la piccola ha replicato che era strano essere stata scambiata per un animale dato che c’era ancora luce sufficiente per essere vista chiaramente.
Durante le indagini, è emerso che il fucile non era mai stato dichiarato e l’uomo possedeva un centinaio di munizioni. Il 5 agosto, il 60enne è stato condannato a otto mesi di reclusione con sospensione della pena, obbligo di assistenza e risarcimento per la ferita causata alla bambina.
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