Condannato a 17 anni il gioielliere che uccise due banditi mentre lo rapinavano: “Viva la delinquenza”

Il 4 dicembre 2023, la Corte d’assise di Asti ha emesso una sentenza che ha fatto scalpore, condannando a 17 anni di carcere Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour. Il motivo di tale condanna risale al tragico evento del 28 aprile 2021, quando Roggero sparò e uccise due rapinatori, ferendone un terzo. Oltre 2 anni dopo quei fatti, la giustizia è giunta a una conclusione, suscitando reazioni contrastanti nell’opinione pubblica.

La Rapina e l’atto estremo del gioielliere

Tutto ebbe inizio quella sera intorno alle 19:00 quando, nel negozio di Roggero, tre rapinatori compirono una violenta irruzione. Minacce di morte, percosse inflitte alla moglie del gioielliere e la figlia legata: questo il contesto in cui si svolse la rapina. Dopo l’atto criminoso, il gioielliere, visibilmente scosso, decise di non rimanere impotente di fronte a tale ingiustizia.

L’inseguimento e la tragedia

Uscito dal negozio armato di pistola, Roggero inseguì i rapinatori, compiendo un gesto estremo. Fece fuoco contro di loro, uccidendo due dei malviventi sul posto, mentre il terzo fuggì, venendo comunque arrestato poco dopo. Il gioielliere, da quel momento, si è trovato al centro di una controversia giuridica che ha portato alla recente condanna.

Le accuse e la condanna a 17 Anni di aarcere

Le accuse mosse a Roggero comprendevano duplice omicidio volontario, tentato omicidio e porto d’arma abusivo, considerando che l’atto si era consumato al di fuori del perimetro della sua attività commerciale. La sentenza, oltre alla pena detentiva, impone al gioielliere di risarcire le famiglie delle vittime con una somma totale di 460 mila euro.

La reazione di Roggero e il commento accorato

La sentenza ha scatenato una reazione accorata da parte di Roggero, che ha esclamato con rabbia: “Viva la delinquenza, viva la criminalità. Che bel segnale per l’Italia, sono sconcertato e deluso”. Alla domanda sul possibile pentimento, Roggero ha risposto con fermezza: “Non c’era alternativa, quello che è successo è successo, non si può recriminare. Penso che potevo essere morto io”.

In conclusione, la vicenda di Mario Roggero continua a suscitare dibattiti sulla legittimità e proporzionalità delle azioni compiute dal gioielliere. La sua condanna a 17 anni di carcere solleva interrogativi etici e giuridici, aprendo il dialogo su quale dovrebbe essere il confine tra autodifesa e giustizia legale.

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