Omicidio Vanessa Ballan, il procuratore ammette: “La vittima denunciò, forse abbiamo sottovalutato”

La tragica storia di Vanessa Ballan rivela una serie di errori nel trattamento del caso da parte delle autorità, portando a un drammatico femminicidio. La donna, madre di un bambino di 4 anni e incinta del secondo figlio, è stata uccisa sullo sbocco di casa da Bujar Fandaj, un uomo con cui aveva avuto una relazione. Ciò che rende il caso ancora più sconcertante è il fatto che Vanessa aveva precedentemente denunciato il suo assassino, ma la valutazione delle autorità aveva considerato il caso non urgente.

Il procuratore Martani ha parlato del caso di Vanessa Ballan, riconoscendo che, dopo una perquisizione nella casa di Fandaj seguita alla denuncia di Vanessa, non erano stati segnalati ulteriori episodi di molestie, avvicinamenti o minacce. La valutazione delle autorità era quindi quella di non considerare il caso urgente, una decisione che si è rivelata tragica. Vanessa aveva cercato di nascondere le minacce al suo compagno, ma quando lui lo aveva scoperto, l’aveva sostenuta nella presentazione della denuncia il 26 ottobre scorso.

Il procuratore Martani sembra ammettere un certo grado di sconfitta o sottovalutazione del caso, dichiarando che la valutazione di non urgenza si è rivelata infondata. Le denunce di codice rosso, che riguardano situazioni particolarmente gravi, vengono generalmente trattate da un magistrato di turno e poi passano al magistrato del gruppo delle fasce deboli. Nel caso di Vanessa Ballan, il fascicolo era stato trasferito rapidamente al magistrato competente, che non aveva ritenuto necessarie misure cautelari, ma aveva deciso di approfondire le indagini richiedendo i tabulati telefonici.

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