Abolizione reato abuso d’ufficio: ddl Nordio definito “surreale e inquietante”

La commissione Giustizia del Senato ha varato una significativa modifica legislativa abolendo il reato di abuso d’ufficio, confermando la tendenza a una revisione profonda del sistema giuridico italiano. L’articolo 1 del ddl Nordio ha ottenuto l’approvazione grazie al sostegno di Italia Viva, con il voto favorevole di Ivan Scalfarotto, un risultato rivendicato da Matteo Renzi. L’iniziativa ha suscitato reazioni contrastanti, con la presidente della commissione, Giulia Bongiorno, soddisfatta per aver avviato un tavolo per la revisione di tutti i reati contro la pubblica amministrazione.

L’eliminazione del reato di abuso d’ufficio è solo il primo passo di un percorso che mira a semplificare le procedure giuridiche, come affermato dal Guardasigilli Carlo Nordio, che ha espresso “grande soddisfazione” per l’approvazione e ha auspicato una ratifica rapida della parte restante del disegno di legge. Nordio ha sottolineato come questa abrogazione contribuirà a accelerare le procedure e avrà un impatto positivo sull’economia, rispondendo alle richieste di amministratori di ogni schieramento politico.

Tuttavia, rimane irrisolta la questione della trascrizione delle intercettazioni, trattata nell’articolo 2 del ddl, con il sostegno di Italia Viva e Azione oltre alla maggioranza. La situazione ha generato reazioni contrastanti, con il capogruppo del Partito Democratico, Alfredo Bazoli, che prevede una possibile reintroduzione del reato di abuso d’ufficio per evitare contrasti con l’Europa.

Il senatore dei Cinquestelle, Roberto Scarpinato, ha definito “surreale e inquietante” un ddl che ridimensiona reati e poteri di indagine, sottolineando la percezione diffusa che la politica sia influenzata da poteri economici. Al contrario, esponenti come Enrico Costa, Matilde Siracusano, Maurizio Lupi e Francesco Paolo Sisto hanno accolto positivamente la riforma, vedendo nell’abolizione dell’abuso d’ufficio un passo in avanti per la libertà degli amministratori pubblici. La tensione resta alta, e la discussione sulle prossime modifiche alla legge continua.

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