Giulia, la mamma che si è lanciata dal nono piano con la figlia era ossessionata dal Superbonus

Ravenna, dove Giulia Lavatura, una donna di 41 anni, si è lanciata dal nono piano tenendo la figlia di sei anni, Wendy, in braccio, uccidendola entrambe. Le indagini svelano un quadro angosciante: sembra che Giulia fosse ossessionata dai lavori legati al Superbonus 110, e questa preoccupazione potrebbe essere stata la causa del gesto estremo.

Nell’interrogatorio condotto presso l’ospedale Bufalini, dove Giulia è piantonata in stato di arresto, emergono dettagli agghiaccianti. Nel “testamento” pubblicato su Facebook, Giulia Lavatura ha dichiarato che i 600 mila euro ottenuti attraverso il Superbonus erano troppi per lei, e che avrebbero lasciato sua figlia in una situazione di indebitamento insostenibile.

Nonostante i lavori del Superbonus riguardassero una casa a Bagnacavallo di proprietà con il marito, e non il palazzo in cui la tragedia si è consumata, sembra che il peso della situazione la tormentasse. La coppia aveva ottenuto la cessione del credito, ma Giulia era visibilmente stressata dal fatto che i loro documenti non fossero stati caricati correttamente nell’applicazione.

L’avvocato della donna, il cui arresto è stato convalidato, suggerisce che i lavori legati al Superbonus possano essere stati la “goccia che ha fatto traboccare il vaso”. La situazione sembrava pesare anche sul marito della donna.

Il Giudice Andrea Galanti ha convalidato l’arresto, applicando a Giulia una misura cautelare in clinica presso l’ospedale Bufalini di Cesena fino alle dimissioni, dopodiché sarà trasferita alla Psichiatria di Ravenna. La decisione del Giudice si basa sulla percezione di un alto rischio di un gesto estremo da parte della donna.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Massimo Ricci Maccarini, ha annunciato l’intenzione di richiedere una perizia psichiatrica per comprendere meglio lo stato mentale della donna.

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