Docente accusato di molestie: alunne avevano inventato tutto, assolto dopo anni

Dopo sei lunghi anni di una battaglia legale che ha segnato la vita di Giovanni Di Presa, ex docente di sostegno di 64 anni, la Corte d’appello di Ancona lo ha completamente scagionato dalle accuse di molestie sessuali e maltrattamenti mosse da alcune alunne della scuola media Paolo Soprani di Castelfidardo, in provincia di Ancona. La decisione della Corte è stata motivata dalla constatazione che “il fatto non sussiste”, poiché le accuse si sono rivelate inventate dalle stesse alunne.

L’intera vicenda ha avuto inizio quando Di Presa ha confiscato lo smartphone di alcune studentesse. In seguito a questa azione disciplinare, le giovani si sono coalizzate contro l’insegnante, accusandolo di aver toccato loro il fondoschiena. Parlando con il Corriere della Sera, Di Presa ha ricordato quei momenti difficili, affermando: “Alcune alunne mi avevano accusato di aver toccato loro il fondoschiena. Accadde dopo il sequestro di uno smartphone, che può capitare se uno o più alunni esagerano. Ma in quel caso quattro adolescenti si coalizzarono contro di me.”

Il 64enne fisioterapista, abilitato all’insegnamento e specializzato nel fornire sostegno a studenti disabili, ha affrontato accuse di molestie sessuali e maltrattamenti. Le studentesse avevano inizialmente accusato Di Presa di maltrattamenti nei confronti di una giovane disabile e di violenza sessuale. Tuttavia, la Corte d’appello lo aveva scagionato dalle accuse di maltrattamenti in un primo momento, mentre la sentenza di secondo grado ha svelato una vera e propria cospirazione da parte delle studentesse.

La Corte ha evidenziato che le giovani avevano architettato un piano per inventare accuse di molestie come vendetta per la sottrazione del cellulare. Colleghi di Di Presa hanno dichiarato che una delle studentesse aveva istigato le altre a inventare false accuse basate su fatti inesistenti.

Dopo il lungo calvario legale, Di Presa ora cerca di ricostruire la sua vita e ha annunciato di voler chiedere un risarcimento per i danni subiti, in particolare quelli legati alla sua immagine.

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