Fleximan abbatte un altro autovelox a Padova: occhio a sostenerlo però, è apologia di reato

La notte tra il 19 e il 20 gennaio ha visto un altro attacco da parte del misterioso “Fleximan”, con l’abbattimento di un autovelox situato a Carceri, nel Veneto. Questa è la tredicesima “missione” dell’antieroe che, con il suo modus operandi collaudato, usa un flex a batteria per tagliare le colonnine, lasciando intatti i cavi. La strada interessata è la regionale 10 del comune veneto, frequentata non solo dai residenti ma anche da automobilisti che si dirigono all’ospedale di Schiavonia.

La colonnina abbattuta a Carceri, come le altre undici in Veneto, una in Piemonte e una in Lombardia, registrava migliaia di multe ogni anno per eccesso di velocità. L’attenzione suscitata da Fleximan ha portato a una sorta di ondata di approvazione, trasformando l’autore o l’autrice misterioso/a in un antieroe, protagonista di fumetti e meme online. Questo fenomeno ha irritato i sindaci delle regioni colpite, che si trovano ad affrontare una serie di sfide legate al controllo della velocità sulle strade.

La domanda principale ora è: cosa rischia Fleximan? Se colto in fragranza di reato, potrebbe affrontare sanzioni significative e, in caso di reato di danneggiamento, rischierebbe fino a tre anni di carcere. Il Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale ha già condannato gli atti, ma ha anche sollevato importanti questioni sulle pratiche di controllo della velocità in Italia e sull’efficacia dell’intervento della Polizia Locale.

Il sindacato ha evidenziato il suo disappunto per le forme di controllo della velocità spesso orientate a finanziare gli enti locali piuttosto che garantire la sicurezza stradale. Questo ruolo di esattore, piuttosto che di garante della sicurezza, mette in discussione l’efficacia complessiva dei controlli stradali.

Un aspetto preoccupante dell’intera vicenda è l’esaltazione dei sostenitori di Fleximan. Durante l’abbattimento della colonnina a Carceri, i passanti hanno manifestato il loro appoggio con clacson di esultanza. Questa esaltazione potrebbe portare a conseguenze legali, con il procuratore di Treviso che ipotizza l’apologia di reato per chi sostiene Fleximan sui social media. La magistratura valuterà se tale sostegno costituisca una “difesa o esaltazione di fatti o comportamenti illeciti o comunque contrari alle leggi”, mettendo così in discussione la linea sottesa tra la giustizia e la percezione pubblica di un “eroe” delle strade.

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